Il Governo esclude dal maxiemendamento alla Finanziaria la norma che avrebbe ridisegnato l’equo compenso (riducendo il “compenso per copia privata” al 10per cento del prezzo di vendita al distributore), portando ad una sostanziale diminuzione dei prezzi dei supporti magnetici al pubblico.

Come noto, l’equo compenso è un aggravio pensato come strumento compensativo per autori e detentori del diritto d’autore sulla base del possibile utilizzo di supporti come CD e DVD per la copia privata dei materiali acquistati dagli italiani, copia peraltro ammessa dalle attuali normative. Oggi ogni CD o DVD venduto attraverso i canali ufficiali è gravato del compenso che produttori ed importatori devono versare alla SIAE, che in alcuni casi è pari al doppio del prezzo di vendita al distributore.

Alcuni dei benefici sarebbero stati per:

– l’Industria, che avrebbe beneficiato della riduzione del mercato nero e delle vendite via internet dall’estero;
– lo Stato, che avrebbe ottenuto un maggior gettito IVA grazie al ritorno dei volumi legati alla vendita legale dei prodotti;
– i Consumatori, che avrebbero visto ridursi i prezzi dei prodotti;
– la SIAE, che avrebbe mantenuto il livello di gettito derivante dall’equo compenso, ora in calo per la crisi del settore (tanto ci devono guadagnare sempre e comunque).

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