E’ un occasione grande e responsabile quella del Web e di servizi come YouTube: raccontare la storia dell’umanità, i grandi eventi, le piccole tragedie e le immense gioie.
La storia delle persone e del loro vissuto ma anche quella dei Paesi attraverso il grande occhio della Rete e mediante un infinito media orizzontale fatto di video che s’intrecciano: è così che ad esempio nonostante la censura di YouTube in Tibet ed in China la protesta si diffonde in tutto il mondo e non si placa. Non ci sono filtri all’intelligenza ed alla determinazione dell’uomo. Su Internet non è possibile che qualcuno o qualcosa debba controllare i contenuti.

I giochi di Bejing 2008 possono unire gli sportivi ma non solo: le olimpiadi possono essere un occasione nobile per protestare e far sentire la propria voce appellandosi a quello spirito universale, olimpico e neutrale che dovrebbe caratterizzare una manifestazione del genere. Certo, lo schierarsi da una parte ha sempre delle conseguenze e dei risvolti.

Filmiamo la storia, documentiamo i fatti: forse è un illusione ma in futuro un video di 30 secondi potrebbe, attraverso YouTube, seppellire secolari distanze.

[UPDATE 17 Marzo]

– Ovviamente c’è anche un lato frivolo e più leggero di YouTube e dei contenuti generati dagli utenti: sarebbe curioso votare e dare un’occhiata ai risultati del 2007 YouTube Video Awards, la classifica dei migliori video del 2007 che è possibile votare in questi giorni.

– Enrica scrive un post proprio sui video di protesta in Tibet presenti su YouTube che anche la CNN ha mostrato. Come per la Birmania ed il Free Burma anche qui ci vorrebbe un bel Free Tibet ma temo che come per la prima occasione serva a poco.

– Il citizen journalism si diffonde proprio con dei video: è il caso di questi filmati realizzati da alcuni cittadini cinesi.

6 Comments

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  • mi fa piacere che, se pur indirettamente, parli anche tu del Tibet:)

    Se non parli tu che ti conoscono tutti, almeno nella blogosgfera italiana, chi parla? Grazie!:)

  • @Boh/Orientalia4All: Credo che ognuno abbia una sua sensibilità ma ho sempre appoggiato le cause giuste, a partire dalla Birmania e dai Paesi più lontani per finire ai problemi del nostro paese. Certo, il blog e forse anche la blogosfera insieme possono fare davvero poco però perchè non provarci? Come per il Free Burma farei un Free Tibet ma ho l’impressione che serva davvero a poco.

    P.S. Mi conoscono tutti? Uhm, non direi proprio! Eheh!