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Photo Credit: Svi

La proposta di Sarkozy di tagliare la connessione Internet a chi scambia file illegali mediante il peer to peer è abbastanza astrusa: la richiesta di una sempre maggiore velocità da parte dell’utenza è dovuta evidentemente ad una serie di necessità degli utenti che i provider hanno dovuto con il tempo e mediante forti investimenti, soddisfare. Per capirci: chi vuole la fibra ottica o l’xDSL tecnologicamente più avanzata sul mercato intende poter navigare velocemente sulla Rete, ma anche scaricare e scambiare file con amici, conoscenti. Identificandosi, facendo parte del mondo di Internet come una seconda e parallela, in alcuni casi, addirittura, prima vita.

La legge riguarda quei documenti protetti dal diritto d’autore come le opere musicali e cinematografiche, quelle che circolano abituamente su programmi come eMule o nei circuiti BitTorrent: l’ultima serie TV di J.J. Abrams (il creatore di Lost), Fringe, si vociferi sia stato fatto circolare dallo stesso Abrams su Internet.
I francesi inoltre vogliono anche pubblicare i nomi dei “pirati” su Internet affinchè questi, una volta colpiti dal procedimento, non possano poi cambiare provider.
Il diritto di stare in Rete dovrebbe essere universale, è un pensiero che mi frulla in testa da molto: sono convinto che l’accesso ai siti web ed ai servizi online in futuro sarà aperto a tutti, indipendentemente dallo stato sociale.

L’idea Francese è stranamente a favore della censura e va contro tutti i trend che finora si sono sviluppati negli ultimi anni. Chiedo a Daniele Minotti se può fornire un parere giuridico sulla vicenda, chiarendo meglio di me la questione dello scambio di file che sono illegali, l’attuale stato dell’arte in Italia ed in Europa.

[UPDATE]

– Ne parla anche il Times.

Stefano scrive un post sul diritto d’autore francese con una domanda interessante: il malcapitato colpito da un provvedimento del genere non potrà più usare neanche il cellulare per navigare?

1 Comment

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  • E’ una proposta assurda e iniqua, Dario. Non saro’ il primo e l’ultimo a dirlo.
    Quella e’ una sanzione, una pena, che priva la persona della possibilita’ di comunicare, di esprimersi, di informarsi, di formare la propria cultura. Una cosa molto pesante.
    Non capisco se sia “per sempre”, ma anche temporanea sarebbe molto, anzi troppo pesante.
    Ad occhio, la vedo un po’ in contrasto con la nostra Costituzione (artt. 3, 9, 21) e, visto che partiamo dalla Francia, anche con le “carte” sovranazionali sui diritti dell’uomo.