Mi unisco a tutti quelli che in questi giorni e queste ore hanno visto la propria amarezza aumentare. A chi parla di golpe e di atteggiamenti fascisti.
Non mi riferisco soltanto alla vicenda di Eluana Englaro: la legge vergogna sugli immigrati e l’assistenza medica, gli incentivi per le auto e l’acquisto di automobili ed elettrodomestici come se le strade fossero piene di malati da “shopping compulsivo”, il continuare a sorridere davanti ad una drammatica crisi economica, la inaccettabile strafottenza di Giulio Tremonti, la legge sulle intercettazioni, la scesa dei manganelli sui social network, la privazione del diritto di manifestare, l’assenza di una opposizione più valida e pulita rispetto alla maggioranza, il lungo letargo di Giorgio Napolitano ed il suo improvviso risveglio. Solo per citare qualcosa che non va e non è andato per il verso giusto.

Quante volte a bocca aperta ti sei chiesto come me in che nazione viviamo? E non abbiamo fatto nulla il giorno dopo o ci siamo illusi che aprendo un gruppo su Facebook, firmando una petizione, cambiasse tutto. Che sarebbe bastato per superare i nostri limiti. Non è così.

Come fosse il male profondo di un’era buia mi hanno reso ogni giorno più pessimista, catastrofico, desideroso di scappare al più presto da me stesso, dai miei difetti e da quelli tipici degli italiani e volare via, in un altro Paese. Forse riuscirei a capire tutto questo: noi, voi, i politici ed il potere marcio, la camorra internazionale, la rabbia silenziosa degli operai e quella strillata dei piloti, le paure degli stranieri e delle donne sempre più indifese. Forse, alla fine, non capirei proprio un cazzo di questa Italia.

L’umore è basso. Ora ho solo voglia di urlare: “Mamma Italia, addio”.

1 Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.