Lo dice Romano Prodi in un articolo su l’Unità:

Abbiamo una debolezza molto significativa nei settori fortemente innovativi. Siamo l’ottavo Paese industriale mondo, ma partecipiamo all’innovazione solo per un decimo di quanto fa ad esempio Israele. È un problema enorme: pensiamo all’innovazione dei prodotto di massa: non c’è un telefonino inventato o fabbricato in Italia. Ogni nuovo iPod è un deficit commerciale futuro.

Oggi dobbiamo puntare su scienze della vita, energia, ambiente. In questi campi possiamo fare moltissimo. Ci vuole politica industriale che scomponga i sottosettori, crei rapporti diversi con le Università. E poi ci vuole una grande logistica: oggi il sistema industriale funziona solo con una subfornitura aperta a tutto il mondo.
C’è stato un crollo dell’imprenditorialità dei servizi. Non c’è una sola catena alberghiera nazionale, una catena di pizzerie o di caffè. Sono tutte straniere.

2 Comments

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  • Caro Davide Prodi non parlava di chi acquista ma di chi fa l’offerta e/o la crea. Esempio: ben otto anni fa’ ho proposto ad una amministrazione provinciale di creare una visita virtuale della biblioteca cittadina e di creare una incontro virtuale con personaggi storici tramite avatar. Ebbene nessuno prese in considerazione la cosa, poi usci Second Life, e pochi giorni fa’ la stessa Amministrazione ha annunciato di stare facendo un ambiente virtuale dei propri musei, progetto presentato da un Universita’ Americana. Morale nessuno e’ profeta in patria e chi sta al comando molte volte e’ assolutamente ignorante nelle nuove tecnologie e di conseguenza il Paese si impoverisce. Se rinascessi andrei all’estero. Ciao.