Niente, è sempre più difficile fare webradio in Italia: se volete fare una web radio per farla ascoltare ai vostri amici dovrete pagare.

Dai moduli che la SIAE chiede di compilare per la concessione delle licenze alle Web radio per la trasmissione di contenuti musicali, sparisce la categoria delle Web radio “personali” create a scopi unicamente sperimentali e hobbystici.
Rimane solo la distinzione tra Web radio commerciali e stazioni “comunitarie” appartenenti ad associazioni “riconosciute o non riconosciute”. La tariffa preferenziale di 240 euro all’anno per le Web radio personali senza scopo di lucro passa al contributo minimo di 165 (250 se si superano le 100mila pagine viste) euro a trimestre previsto per le comunitarie che non trasmettono più del 25% di musica nei loro programmi.

Via [Radiopassioni]

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