Il colore dei tuoi capelli, la data di nascita ed i gusti sessuali, il numero ed il modello del tuo cellulare, cosa fai appena ti svegli la mattina, le marche che usi durante il giorno, quali sono i tuoi amici, le foto dell’ultima vacanza, i video del concerto dell’artista preferito. Dati che per alcuni possono non essere personali ma che si rivelano essere tali. Informazioni che lasciamo, più o meno consapevolmente, su Internet a disposizione di tutti. O quasi.
Non vale inserire un’identità falsa o fingere di essere qualcun altro anzi sembra che più informazioni veritiere riguardo la tua vera vita racconti più potrai essere riconosciuto online; è sempre più difficile, complicato ed inutile mentire al tuo social graph.

E’ certo che ci saranno sempre sezioni della nostra società che non amano esporsi così tanto, così come per la vita privata, anche in Rete. Il futuro è nella trasparenza. L’articolo dell’Indipendent di oggi che parla di questi aspetti è molto bello e pieno di spunti:

The idea that a more public life could lead to greater public engagement is not so whimsical. It might not only make us understand the inadequacy of the online poke, but also give us a much better idea of the people with similar backgrounds and interests – we could end up acquainting ourselves with those around us whom we never thought we’d want to be seen in public with. So put your Friday-night photos on Flickr, your daily routine on Twitter, and set your profile to “open” – the transparent future is bright.

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