Tira una brutta aria e d’altronde non posso nemmeno lantermami più di tanto dell’immagine che diamo all’estero riguardo il processo d’innovazione qui in Italia.
Luca Spinelli segnala la lista di nomi del Comitato italiano antipirateria messo su con il decreto contro la pirateria digitale e multimediale redatto dall’attuale governo.

A quanto leggo pare che questo Comitato sia stato istituito con compiti che esulano dalla creazione di un tavolo di confronto che studi ed analizzi il problema della pirateria: gli stessi membri, tutti capo gabinetto e politici, sembrano siano stati messi lì per fare regole e leggi, reprimere più che per ascoltare e proporre. Tra i nomi esterni figurano soltanto il presidente della SIAE (e questo basta a farmi preoccupare) e due “esperti” che saranno nominati dal presidente del consiglio di concerto col ministro dei beni culturali: secondo te bastano? Non dico che a fianco al Comitato devono sedersi quelli di The Pirate Bay ma i consumatori chi li rappresenta (per gli artisti c’è già la SIAE)?

Non mi fascio la testa prima che si rompa ma è bene tenere gli occhi aperti. Invece di manganellare solo gli utenti perchè non iniziare a fare qualcosa seriamente? Ad esempio: eliminando (abbattendo) la tassa sui supporti vergini e il sempre troppo alto prezzo dei CD? Facendo più iniziative sul sociale (incentivi, meno tasse?) a favore delle famiglie e dei giovani?
Scrivimi cosa pensi si debba fare, non dico una soluzione ma delle tue impressioni al riguardo.

3 Comments

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  • Non mi piace fare confronti, ma negli USA Obama nomina Sonal Shah di Google.org e Julius Genachowski ) perché si occupino di tecnologia. Gente che sa di che cosa si parla quando si parla di tecnologia; il minimo sindacale certo, ma dalle nostre parti neppure quello.

  • @Marco: Caro Marco Obama usa Internet non solo per fare proclami e campagna elettorale, basta leggere la sua agenda per la tecnologia su Change.org. In questo caso è su di un altro pianeta.