Rispondo nuovamente alle recenti provocazioni e minacce di Murdoch con un post che ho scrissi tempo fa: sono solo ma valgo quanto una redazione.

Partendo dalla mappa del mercato 2009, Luca Lani scrive un bel post sull’editoria online in Italia arrivando alla conclusione che Google sostiene almeno 10 mila piccoli editori tra i quali ci saresti anche tu:

Ipotizziamo che in Italia la stima dei ricavi di Google sia prudenzialmente di 250 mln di euro e ipotizziamo che anche qui sia divisa 70%-30% (Google- Editori). Si presume che Google si trattenga una quota editore del 20%-30% e quindi io ipotizzo che Google distribuisca inItalia agli editori circa 56 milioni di euro. A chi vanno?
lcuni grandi operatori (Virgilio e Libero) hanno un accordo con Google per la search e piu o meno sappiamo quanti soldi ci fanno. Diciamo che verso i 2-3 grandi che hanno la search vanno circa 20 milioni, mentre il resto va a tutta la platea di editori medi, piccoli e piccolissimi.
Parliamo quindi di 30-35 milioni netti che Google porta a questi piccoli editori italiani. Per quelli un pò più grossi parliamo di 100k/200k annue (ma sono pochissimi), sino a calare ai 20k annue per i medi, per poi avere una media di siti semi-amatoriali che stanno sui 3k annui. E poi sotto gli amatoriali che magari neanche arrivano alla soglia per riscuotere l’assegno.
Io credo che in Italia possano essere anche 10.000 questi editori che esistono grazie a Google. Messi insieme sono il primo editore italiano per raccolta pubblicitaria.

In una Rete dove i blog sorpassano i giornali ed i magazine su Google ed i social network s’inseriscono nelle discussioni dei blog aumentando l’esperienza delle persone lo scenario non può essere così lineare.

Il discorso di Luca non fa una grinza però non tiene in considerazione del grosso ed impreciso filtro con seguente taglio e distribuzione di traffico che Google fa ad esempio attraverso Google News soprattutto in Italia. Gli editori, anche quelli piccoli ed inconsapevoli, non conoscono i criteri di scelta di Google News, perchè il loro sito non è inserito rispetto a quello di un loro concorrente. Ed in questo aspetto viene meno proprio quella sorta di democratizzazione della Rete con la quale tutti, anche i piccoli editori, hanno potenzialmente le stesse opportunità.

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